mercoledì 4 settembre 2013

Il Dottore

«Da oggi assumo la direzione dell’ufficio politico. Voi saprete tutti che io fino a ieri mi sono occupato di assassinii, e con un certo successo.
Non è senza significato che abbiano destinato proprio me, in questo momento, alla direzione dell’Ufficio Politico.

Ciò è stato deciso poiché tra i reati comuni e i reati politici sempre più si assottigliano le distinzioni, che tendono addirittura a scomparire. Questo scrivetevelo bene nella memoria: sotto ogni criminale può nascondersi un sovversivo; sotto ogni sovversivo può nascondersi un criminale.
Nella città che ci è stata affidata in custodia, sovversivi e criminali hanno già steso i loro fili invisibili che spetta a noi di recidere.
Che differenza passa tra una banda di rapinatori che assaltano un istituto bancario e la sovversione organizzata, istituzionalizzata, legalizzata? Nessuna. Le due azioni tendono allo stesso obiettivo, sia pure con mezzi diversi, e cioè al rovesciamento dell’attuale ordine sociale.
  • Seimila prostitute schedate.
  • Un aumento del 20% di scioperi e di occupazioni di edifici pubblici e privati.
  • Duemila case d’appuntamento accertate.
  • In un anno trenta attentati dimostrativi contro la proprietà dello stato.
  • Duecento stupri in un anno.
  • Cinquantamila studenti delle scuole medie in corteo per le vie delle città.
  • Un aumento del 30% delle rapine e degli assalti alle banche.
  • Diecimila schedati in più fra le file dei sovversivi.
  • Seicento omosessuali schedati.
  • Più di settanta gruppi di giovani sovversivi che agiscono al di fuori dei limiti parlamentari.
  • Un aumento del 50% delle bancarotte fraudolente e dei protesti cambiari.
  • Un numero indescrivibile di riviste politiche che invitano alla rivolta.
L’uso della libertà minaccia da tutte le parti i poteri tradizionali, le autorità costituite. L’uso della libertà che tende a fare di qualsiasi cittadino un giudice, che ci impedisce di espletare liberamente le nostre sacrosante funzioni.
Noi siamo a guardia della legge, che vogliamo immutabile, scolpita nel tempo…
Il popolo è minorenne. La città è malata. Ad altri spetta il compito di curare e di educare. A noi il dovere di reprimere.
La repressione è il nostro vaccino!
Repressione è civiltà!»

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