mercoledì 7 dicembre 2011

La fine dell'illusione

« Nell’ambito della realtà le cui connessioni sono formulate dalla teoria quantistica, le leggi naturali non conducono quindi ad una completa determinazione di ciò che accade nello spazio e nel tempo; l’accadere (all’interno delle frequenze determinate per mezzo delle connessioni) è piuttosto rimesso al gioco del caso »

(Über quantenmechanische Kinematik und Mechanik, Mathematische Annalen, 1926)

L'illusione del determinismo


« Dobbiamo dunque considerare lo stato presente dell'universo come effetto del suo stato anteriore e come causa del suo stato futuro. Un'intelligenza che, per un dato istante, conoscesse tutte le forze da cui la natura è animata e la situazione rispettiva degli esseri che la compongono, se fosse abbastanza vasta da sottoporre questi dati ad analisi abbraccerebbe nella stessa formula i moti dei corpi più grandi dell'universo e quelli dell'atomo più leggero: per essa non ci sarebbe nulla d'incerto, e il futuro come il passato sarebbe presente ai suoi occhi »

(Laplace, Essai philosophique sur les probabilités, 1812)

Fare il bene e fare il male

Quelli che fanno il bene, lo fanno all'ingrosso; quand'hanno provata quella soddisfazione, n'hanno abbastanza, e non si voglion seccare a star dietro a tutte le conseguenze; ma coloro che hanno quel gusto di fare il male, ci mettono più diligenza, ci stanno dietro fino alla fine, non prendon mai requie, perché hanno quel canchero che li rode.

Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, Cap. XXIV

sabato 3 dicembre 2011

Chess 3

Vimes non aveva mai apprezzato nessun gioco più complesso delle freccette. In particolare, gli scacchi l'avevano sempre infastidito. Era lo stupido modo in cui i pedoni partivano e si massacravano con i pedoni opposti, mentre i re se ne stavano a passeggiare senza fare niente, che gli aveva sempre dato sui nervi; se solo i pedoni si fossero alleati, e magari si fossero coalizzati con le torri, l'intera scacchiera sarebbe potuta diventare una repubblica in una dozzina di mosse. (Terry Pratchett)

Chess 2

Gli scacchi sono il paradigma dell'intelletto. (Johann Wolfgang von Goethe)

Chess 1

Gli scacchi sono assolutamente e in modo enfatico il gioco del filosofo. (Paul Morphy)

martedì 22 novembre 2011

La sfida dell'umanità

“Anche da giovane non riuscivo a condividere l'opinione che, se la conoscenza è pericolosa, la soluzione ideale risiede nell'ignoranza. Mi è sempre parso, invece, che la risposta autentica a questo problema stia nella saggezza. Non è saggio rifiutarsi di affrontare il pericolo, anche se bisogna farlo con la dovuta cautela. Dopotutto, è questo il senso della sfida posta all'uomo fin da quando un gruppo di primati si evolse nella nostra specie. Qualsiasi innovazione tecnologica può essere pericolosa: il fuoco lo è stato fin dal principio, e il linguaggio ancor di più; si può dire che entrambi siano ancora pericolosi al giorno d'oggi, ma nessun uomo potrebbe dirsi tale senza il fuoco e senza la parola.”  
(Isaac Asimov)

sabato 19 novembre 2011

La strada dell'iniquità

La strada dell'iniquità, [...], è larga; ma questo non vuol dire che sia comoda: ha i suoi buoni intoppi, i suoi passi scabrosi; è noiosa la sua parte, e faticosa, benché vada all'ingiù
 A. Manzoni, I Promessi sposi, Cap.XVIII

sabato 17 settembre 2011

Il limite del silenzio

"I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo." L.Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus

giovedì 8 settembre 2011

The Trees

There is unrest in the forest,
There is trouble with the trees,
For the maples want more sunlight
And the oaks ignore their please.

The trouble with the maples,
(And they're quite convinced they're right)
They say the oaks are just too lofty
And they grab up all the light.
But the oaks can't help their feelings
If they like the way they're made.
And they wonder why the maples
Can't be happy in their shade.

There is trouble in the forest,
And the creatures all have fled,
As the maples scream "Oppression!"
And the oaks just shake their heads

So the maples formed a union
And demanded equal rights.
"The oaks are just too greedy;
We will make them give us light."
Now there's no more oak oppression,
For they passed a noble law,
And the trees are all kept equal
By hatchet, axe, and saw.

domenica 31 luglio 2011

Freude

Freude schöner Götterfunken,
Tochter aus Elysium
wir betreten feuertrunken himmlische dein Heiligtum
Deine Zauber binden wieder was die Mode streng geteilt
alle Manschen werden Brüder wo dein sanfter Flügel weilt
Deine Zauber binden wieder was die Mode streng geteilt
alle Manschen werden Brüder wo dein sanfter Flügel weilt

Wem der große Wurf gelungen eines Freundes Freund zu sein
wer ein holdes Weib errungen mische seinen Jubel ein
ja, wer auch nur eine Seele sein nennt auf dem Erdenrund
und wers nie gekonnt der stehle weinent sich aus diesem bund
ja, wer auch nur eine Seele sein nennt auf dem Erdenrund
und wers nie gekonnt der stehle weinent sich aus diesem bund

Freude Freude heißt die Feder in der ewigen Natur
Freude Freude treibt die Räder in der großen Weltenuhr
Blumen treibt sie aus dem Keime, Sonnen an das Virmament
ein dringtsie in Tiefen, die des Sehers Rohr nicht kennt
Blumen treibt sie aus dem Keime, Sonnen an das Virmament
ein dringtsie in Tiefen, die des Sehers Rohr nicht kennt

giovedì 28 luglio 2011

La storia del vecchio fienile

Un contadino, proprietario di un vecchio fienile sperduto nella campagna, racconta ad un fisico, ad un biologo e ad un matematico di aver visto una volta entrare nel suo fienile due individui e di averne, dopo un po' di tempo, visti uscire tre. il contadino inoltre afferma con sicurezza che il fienile era vuoto prima dell'ingresso dei due e che nessuno è entrato nel frattempo. Al che il fisico, scrutando il colore del naso del contadino, asserisce debba trattarsi di una rilevazione sperimentale errata. Il biologo, che conosce le cose della vita, non rinuncia ll'ipotesi che i due possano avere procreato. Invece il matematico, senza scomporsi, sentenzia: " Caro contadino, aspetta che una persona entri nel tuo fienile. A quel punto esso sarà di nuovo vuoto".

venerdì 22 luglio 2011

ECHOES

Overhead the albatross hangs motionless upon the air
And deep beneath the rolling waves
In labyrinths of coral caves
The echo of a distant tide
Comes willowing across the sand
And everything is green and submarine.

And no-one called us to the land
And no-one knows the wheres or whys
But something stirs and something tries
And starts to climb towards the light

giovedì 14 luglio 2011

Hackers

 « Noi facciamo uso di un servizio già esistente che non costerebbe nulla se non fosse controllato daapprofittatori ingordi, e voi ci chiamate criminali. Noi esploriamo...e ci chiamate criminali. Noi cerchiamo conoscenza...e ci chiamate criminali. Noi esistiamo senza colore di pelle, nazionalità, credi religiosi e ci chiamate criminali. Voi costruite bombe atomiche, finanziate guerre, uccidete, ingannate e mentite e cercate di farci credere che lo fate per il nostro bene, e poi siamo noi i criminali. »

Loyd Blankenship, The Hacker Manifesto

lunedì 13 giugno 2011

Sirene

« Voi, piumate vergini
figlie della Terra, voi
Sirene invoco, ai pianti miei
venite qua, col libico
flauto o con le cetre: siano per i miei
tristi lutti, consone lacrime,
pianti per pianti, per musiche musiche:
ai gemiti consoni complessi
Persefone mi mandi,
voci di morte, e da me con le lacrime
s'abbia un peana nel regno di tenebra omaggio
per i defunti sepolti là »

 
 
(Euripide. Elena, 167-179)

Ilmarinaioscrittore

« Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando? »
J. Conrad

venerdì 3 giugno 2011

Ton pathei mathos


La via della saggezza Zeus apre ai mortali, facendo valere la legge che sapere è patire [ton pathei mathos]. Geme anche nel sonno, dinanzi al memore cuore, rimorso di colpe, e così agli uomini anche loro malgrado giunge saggezza [sophronein]; e questo è beneficio dei numi che saldamente seggono al sacro timone del mondo.

[Eschilo, Agamennone, vv. 168-183 - 458 a.C.]

giovedì 2 giugno 2011

Marziale

« Non hic Centauros, non Gorgonas Harpiyasque / invenies: hominem pagina nostra sapit »
« Qui non troverai né Centauri, né Gorgoni, né Arpie: la mia pagina sa di uomo »
(Epigrammi, X, 4)

giovedì 28 aprile 2011

L'impunità

"L'impunità era organizzata, e aveva radici che le gride non toccavano, o non potevano smovere. Tali eran gli asili, tali i privilegi d'alcune classi, in parte riconosciuti dalla forza legale, in parte tollerati con astioso silenzio, o impungati con vane proteste, ma sostenuti in fatto e difesi da quelle classi, con attività d'interesse, e con gelosia di puntiglio."
Alessandro Manzoni, I promessi sposi, Cap. I

lunedì 4 aprile 2011

Stat sua cuique dies, breve et inreparabile tempus / Omnibus est vitae

Virgilio,  Aen. X, 467-468

domenica 13 febbraio 2011

Il piccolo Mozart

Mi sedetti di fronte ad una coppia. Fra l'uomo e e la donna, il bambino s'era fatto il suo buco e dormiva. Si volse nel sonno e il suo viso mi apparve alla luce della lampada. Che adorabile viso! Era nato da quella coppia una sorta di frutto dorato. Da quegli stracci era nato questo miracolo d'incanto e di grazia.. Mi chinai su quella fronte liscia, su quel musetto imbronciato, dicendo tra me: "Ecco un viso di musicista, ecco Mozart bambino, ecco una bella promessa della vita!". I principini delle fiabe non erano diversi da lui. Protetto, curato, coltivato, che cosa non potrebbe divenire? Quando nel giardino nasce per mutazione una nuova rosa, ecco che tutti i giardinieri si danno da fare. Si isola la rosa, la si coltiva, la si protegge... Ma non vi è nessun giardiniereper gli uomini. Mozart bambino sarà deformato come gli altri dalla macchina. Mozart si divertirà a fare della musica imputridita nel tanfo dei caffé concerto. Mozart è condannato...Ritornai al mio vagone. Penasvo:" Questa gente non soffre per la loro sorte. E non è la carità che qui mi tormenta. Non si tratta di commuoversi su una piaga eternamente aperta, poiché quelli he ce l'hanno non la sentono nemmeno. E' qualche cosa come la razza umana, e non l'individuo, che qui è ferito, danneggiato. Io non credo alla pietà. Quello che mi tormenta questa notte è il punto di vista del giardiniere. Quello che mi tormenta non è questa miseria nella quale dopo tutto ci si adatta come nell'ozio. Generazioni di orientali vivono nel sudiciume e ci godono. Quello che mi tormenta non può essere guarito dalle minestre popolari. Ciò che mi tormenta non è questa bruttura, né questi vecchi abiti rattoppati. Quello che mi tormenta è Mozart assassinato un po' in ognuno di questi uomini.


Antonine De Saint-Exupéry, Verso l'URSS. Di notte in un treno, in mezzo ai minatori polacchi rimpatriati, Mozart bambino dormiva...I principini delle fiabe non erano diversi da lui, in Un senso alla vita, Borla , Roma, 1985.

lunedì 17 gennaio 2011

Poema del giusto sofferente

....
Il mio dio mi ha abbandonato ed è scomparso,
La mia dea si disinteressa di me e si tiene a distanza.
Il mio angelo buono che mi camminava acccanto se n'è andato,
Il mio spirito protettore ha preso il volo e cerca qualcun altro.
La mia forza è sparita, il mio aspetto si è incupito,
La mia dignità se ne è fuggita, la mia protezione è svanita.
Presagi di paura si sono posati su di me.
Son stato messo fuori di casa mia e vado in giro vagante.
Gli organi (usati) per i miei presagi sono confusi e di continuo infiammati;
Il segno dell'augure e del'oniromante non spiega la mia condizione.
Sulla bocca della gente la mia reputazione è cattiva;
Se mi corico durate la notte, i miei sogni sono spaventosi.
Il re, carne degli dei, sole delle sue genti,Il suo coure è in collera con me e scioglierlo è difficile.
I cortigiani ordiscono continuamente azioni ostili contro di me,
Si radunano insieme ed esprimono empi propositi.
Ero un dignitario, e sono diventato uno schiavo.
Per la mia vasta parentela sono come un solitario.
Se cammino per strada, le orecchie si drizzano,
se entro a Palazzo, gli occhi sbattono (in segno d'intesa).
La mia città guarda a me come un nemico;
Il mio compagno s'è trasformato in un maligno e un demonio.
Nella sua furia il mio compagno mi denuncia,
I miei fedeli di continuo forbiscono le loro armi.
il mio buon amico ha messo in pericolo la mia vita,
Il mio schiavo mi ha pubblicamente maledetto in assemblea.
.......

Parte dell'Inno a Marduk, letteratura mesopotamica, 1900 a.C. circa

lunedì 3 gennaio 2011

Qualcuno forse lo è ancora

Sì, qualcuno era comunista perché, con accanto questo slancio, ognuno era come… più di sé stesso.
Era come… due persone in una.
Da una parte la personale fatica quotidiana e dall'altra il senso di appartenenza a una razza
Sì, qualcuno era comunista perché, con accanto questo slancio, ognuno era come… più di sé stesso.
Era come… due persone in una.
Da una parte la personale fatica quotidiana e dall'altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.
No. Niente rimpianti.
Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare…come dei gabbiani ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due.
Da una parte l'uomo inserito che attraversa ossequiosamente
lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall'altra il gabbiano senza più neanche l'intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.
che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.
No. Niente rimpianti.
Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare…come dei gabbiani ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due.
Da una parte l'uomo inserito che attraversa ossequiosamente
lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall'altra il gabbiano senza più neanche l'intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.