lunedì 17 gennaio 2011

Poema del giusto sofferente

....
Il mio dio mi ha abbandonato ed è scomparso,
La mia dea si disinteressa di me e si tiene a distanza.
Il mio angelo buono che mi camminava acccanto se n'è andato,
Il mio spirito protettore ha preso il volo e cerca qualcun altro.
La mia forza è sparita, il mio aspetto si è incupito,
La mia dignità se ne è fuggita, la mia protezione è svanita.
Presagi di paura si sono posati su di me.
Son stato messo fuori di casa mia e vado in giro vagante.
Gli organi (usati) per i miei presagi sono confusi e di continuo infiammati;
Il segno dell'augure e del'oniromante non spiega la mia condizione.
Sulla bocca della gente la mia reputazione è cattiva;
Se mi corico durate la notte, i miei sogni sono spaventosi.
Il re, carne degli dei, sole delle sue genti,Il suo coure è in collera con me e scioglierlo è difficile.
I cortigiani ordiscono continuamente azioni ostili contro di me,
Si radunano insieme ed esprimono empi propositi.
Ero un dignitario, e sono diventato uno schiavo.
Per la mia vasta parentela sono come un solitario.
Se cammino per strada, le orecchie si drizzano,
se entro a Palazzo, gli occhi sbattono (in segno d'intesa).
La mia città guarda a me come un nemico;
Il mio compagno s'è trasformato in un maligno e un demonio.
Nella sua furia il mio compagno mi denuncia,
I miei fedeli di continuo forbiscono le loro armi.
il mio buon amico ha messo in pericolo la mia vita,
Il mio schiavo mi ha pubblicamente maledetto in assemblea.
.......

Parte dell'Inno a Marduk, letteratura mesopotamica, 1900 a.C. circa

Nessun commento: