domenica 13 febbraio 2011

Il piccolo Mozart

Mi sedetti di fronte ad una coppia. Fra l'uomo e e la donna, il bambino s'era fatto il suo buco e dormiva. Si volse nel sonno e il suo viso mi apparve alla luce della lampada. Che adorabile viso! Era nato da quella coppia una sorta di frutto dorato. Da quegli stracci era nato questo miracolo d'incanto e di grazia.. Mi chinai su quella fronte liscia, su quel musetto imbronciato, dicendo tra me: "Ecco un viso di musicista, ecco Mozart bambino, ecco una bella promessa della vita!". I principini delle fiabe non erano diversi da lui. Protetto, curato, coltivato, che cosa non potrebbe divenire? Quando nel giardino nasce per mutazione una nuova rosa, ecco che tutti i giardinieri si danno da fare. Si isola la rosa, la si coltiva, la si protegge... Ma non vi è nessun giardiniereper gli uomini. Mozart bambino sarà deformato come gli altri dalla macchina. Mozart si divertirà a fare della musica imputridita nel tanfo dei caffé concerto. Mozart è condannato...Ritornai al mio vagone. Penasvo:" Questa gente non soffre per la loro sorte. E non è la carità che qui mi tormenta. Non si tratta di commuoversi su una piaga eternamente aperta, poiché quelli he ce l'hanno non la sentono nemmeno. E' qualche cosa come la razza umana, e non l'individuo, che qui è ferito, danneggiato. Io non credo alla pietà. Quello che mi tormenta questa notte è il punto di vista del giardiniere. Quello che mi tormenta non è questa miseria nella quale dopo tutto ci si adatta come nell'ozio. Generazioni di orientali vivono nel sudiciume e ci godono. Quello che mi tormenta non può essere guarito dalle minestre popolari. Ciò che mi tormenta non è questa bruttura, né questi vecchi abiti rattoppati. Quello che mi tormenta è Mozart assassinato un po' in ognuno di questi uomini.


Antonine De Saint-Exupéry, Verso l'URSS. Di notte in un treno, in mezzo ai minatori polacchi rimpatriati, Mozart bambino dormiva...I principini delle fiabe non erano diversi da lui, in Un senso alla vita, Borla , Roma, 1985.

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