Non c’è progresso fermo e irreversibile in questa vita; non avanziamo
per gradi fissi verso l’ultima pausa finale: attraverso l’incanto
inconscio dell’infanzia, la fede spensierata dell’adolescenza, il dubbio
della gioventù (destino comune), e poi lo scetticismo, e l’incredulità,
per fermarci alla fine, maturi, nella pace pensosa del Forse. No, una
volta arrivati alla fine ripercorriamo la strada, e siamo eternamente
bambini, ragazzi, uomini e Forse. Dov’è l’ultimo porto da cui non
salperemo mai più? In quale etere estatico naviga il mondo, di cui i più
stanchi non si stancano mai? Dov’è nascosto il padre del trovatello? Le
nostre anime sono come quegli orfani le cui madri nubili muoiono nel
partorirli: il segreto della nostra paternità giace nella loro tomba, ed
è lì che dobbiamo cercarlo...
Moby Dick, Herman Melville
Nessun commento:
Posta un commento