Non è senza significato che abbiano destinato proprio me, in questo momento, alla direzione dell’Ufficio Politico.
Ciò è stato deciso poiché tra i reati comuni e i reati politici sempre più si assottigliano le distinzioni, che tendono addirittura a scomparire. Questo scrivetevelo bene nella memoria: sotto ogni criminale può nascondersi un sovversivo; sotto ogni sovversivo può nascondersi un criminale.
Nella città che ci è stata affidata in custodia, sovversivi e criminali hanno già steso i loro fili invisibili che spetta a noi di recidere.
Che differenza passa tra una banda di rapinatori che assaltano un istituto bancario e la sovversione organizzata, istituzionalizzata, legalizzata? Nessuna. Le due azioni tendono allo stesso obiettivo, sia pure con mezzi diversi, e cioè al rovesciamento dell’attuale ordine sociale.
- Seimila prostitute schedate.
- Un aumento del 20% di scioperi e di occupazioni di edifici pubblici e privati.
- Duemila case d’appuntamento accertate.
- In un anno trenta attentati dimostrativi contro la proprietà dello stato.
- Duecento stupri in un anno.
- Cinquantamila studenti delle scuole medie in corteo per le vie delle città.
- Un aumento del 30% delle rapine e degli assalti alle banche.
- Diecimila schedati in più fra le file dei sovversivi.
- Seicento omosessuali schedati.
- Più di settanta gruppi di giovani sovversivi che agiscono al di fuori dei limiti parlamentari.
- Un aumento del 50% delle bancarotte fraudolente e dei protesti cambiari.
- Un numero indescrivibile di riviste politiche che invitano alla rivolta.
Noi siamo a guardia della legge, che vogliamo immutabile, scolpita nel tempo…
Il popolo è minorenne. La città è malata. Ad altri spetta il compito di curare e di educare. A noi il dovere di reprimere.
La repressione è il nostro vaccino!
Repressione è civiltà!»
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