Articolo 2
Non deve alcun Stato indipendente (poco importa se piccolo o grande) poter
essere acquisito da un altro per mezzo di eredità, scambio, compera o donazione.
Uno Stato non è (come il territorio in cui ha sede) un bene, un avere
(patrimonium). È società d’uomini su cui nessuno, tranne essa stessa, può
comandare o disporre. L’incorporar essa, che anche come razza (Stamm)
ha radici proprie, in un’altra quale innesto significa sopprimerne
l’esistenza come persona morale e di questa fare una cosa; il che è in contraddizione coll’idea di contratto originario senza di cui non può |25|
concepirsi alcun diritto su d’un popolo
[1]
. In quali pericoli il pregiudizio
di un simile modo d’acquisto abbia messo l’Europa, dacché le altre parti
del mondo mai lo conobbero, è a tutti noto. Che anche gli Stati possano
sposarsi è un nuovo ramo d’industria creato per rendersi, in parte, strapotenti col mezzo di alleanze dinastiche senza dispendio di forze, e in
parte per allargare in tal modo i possedimenti. Anche l’assoldamento
delle truppe di uno Stato ad un altro contro un nemico non comune ed
entrambi è da mettersi nella stessa categoria; giacché con ciò si fa uso ed
abuso dei sudditi come di cose trattabili a capriccio.
sabato 21 settembre 2013
lunedì 16 settembre 2013
L'inferno
« L'inferno
dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già
qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti:
accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui:
cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è
inferno, e farlo durare, e dargli spazio. »
(Italo Calvino, Le città invisibili, 1972)
sabato 14 settembre 2013
A clock without a craftsman
« La
selezione naturale è l'orologiaio cieco, cieco perché non vede dinanzi a
sé, non pianifica conseguenze, non ha in vista alcun fine. Eppure, i
risultati viventi della selezione naturale ci danno un'impressione molto
efficace dell'esistenza di un disegno intenzionale di un maestro
orologiaio; che alla base della complessità della natura vivente ci sia
un disegno intenzionale, è però solo un'illusione. »
(Richard Dawkins, L'orologiaio cieco)
mercoledì 4 settembre 2013
Il Dottore
«Da oggi assumo la direzione dell’ufficio politico. Voi saprete
tutti che io fino a ieri mi sono occupato di assassinii, e con un certo
successo.
Non è senza significato che abbiano destinato proprio me, in questo momento, alla direzione dell’Ufficio Politico.
Ciò è stato deciso poiché tra i reati comuni e i reati politici sempre più si assottigliano le distinzioni, che tendono addirittura a scomparire. Questo scrivetevelo bene nella memoria: sotto ogni criminale può nascondersi un sovversivo; sotto ogni sovversivo può nascondersi un criminale.
Nella città che ci è stata affidata in custodia, sovversivi e criminali hanno già steso i loro fili invisibili che spetta a noi di recidere.
Che differenza passa tra una banda di rapinatori che assaltano un istituto bancario e la sovversione organizzata, istituzionalizzata, legalizzata? Nessuna. Le due azioni tendono allo stesso obiettivo, sia pure con mezzi diversi, e cioè al rovesciamento dell’attuale ordine sociale.
Noi siamo a guardia della legge, che vogliamo immutabile, scolpita nel tempo…
Il popolo è minorenne. La città è malata. Ad altri spetta il compito di curare e di educare. A noi il dovere di reprimere.
La repressione è il nostro vaccino!
Repressione è civiltà!»
Non è senza significato che abbiano destinato proprio me, in questo momento, alla direzione dell’Ufficio Politico.
Ciò è stato deciso poiché tra i reati comuni e i reati politici sempre più si assottigliano le distinzioni, che tendono addirittura a scomparire. Questo scrivetevelo bene nella memoria: sotto ogni criminale può nascondersi un sovversivo; sotto ogni sovversivo può nascondersi un criminale.
Nella città che ci è stata affidata in custodia, sovversivi e criminali hanno già steso i loro fili invisibili che spetta a noi di recidere.
Che differenza passa tra una banda di rapinatori che assaltano un istituto bancario e la sovversione organizzata, istituzionalizzata, legalizzata? Nessuna. Le due azioni tendono allo stesso obiettivo, sia pure con mezzi diversi, e cioè al rovesciamento dell’attuale ordine sociale.
- Seimila prostitute schedate.
- Un aumento del 20% di scioperi e di occupazioni di edifici pubblici e privati.
- Duemila case d’appuntamento accertate.
- In un anno trenta attentati dimostrativi contro la proprietà dello stato.
- Duecento stupri in un anno.
- Cinquantamila studenti delle scuole medie in corteo per le vie delle città.
- Un aumento del 30% delle rapine e degli assalti alle banche.
- Diecimila schedati in più fra le file dei sovversivi.
- Seicento omosessuali schedati.
- Più di settanta gruppi di giovani sovversivi che agiscono al di fuori dei limiti parlamentari.
- Un aumento del 50% delle bancarotte fraudolente e dei protesti cambiari.
- Un numero indescrivibile di riviste politiche che invitano alla rivolta.
Noi siamo a guardia della legge, che vogliamo immutabile, scolpita nel tempo…
Il popolo è minorenne. La città è malata. Ad altri spetta il compito di curare e di educare. A noi il dovere di reprimere.
La repressione è il nostro vaccino!
Repressione è civiltà!»
martedì 3 settembre 2013
La natura del potere
Altroché se vedo e sento ciò che avviene in Italia! Intuisco e prevedo, e sono lungi dal meravigliarmene. Mi meraviglierei solo se non succedesse quel che succede in quella povera Italia,
demente e martoriata. Il popolo, tutti i popoli, sono esasperatamente, disperatamente incoscienti, ignoranti, deviati e corrotti nel cuore, negli istinti, nei sentimenti e nella mente dall'esempio e dalla
volontà dei governanti.
Orgogliosi e per la neutralità prima, poi orgogliosi e per la guerra, poi orgogliosi e per la pace, poi bolscevichi, poi fascisti; ora né orgogliosi né fascisti, ma mosche senza capo — e si galoppa
verso la rovina. Gli stessi capi-popolo non sono migliori degli altri.
È cosí che i popoli sono resi infelici e miserabili da un pugno dicriminali (figli loro) al comando di signori degenerati.
B. Vanzetti
demente e martoriata. Il popolo, tutti i popoli, sono esasperatamente, disperatamente incoscienti, ignoranti, deviati e corrotti nel cuore, negli istinti, nei sentimenti e nella mente dall'esempio e dalla
volontà dei governanti.
Orgogliosi e per la neutralità prima, poi orgogliosi e per la guerra, poi orgogliosi e per la pace, poi bolscevichi, poi fascisti; ora né orgogliosi né fascisti, ma mosche senza capo — e si galoppa
verso la rovina. Gli stessi capi-popolo non sono migliori degli altri.
È cosí che i popoli sono resi infelici e miserabili da un pugno dicriminali (figli loro) al comando di signori degenerati.
B. Vanzetti
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