Sul cominciar del mio novello canto,
Voi che tenete l’eliconie cime
Prego, vergini Dee, concilio santo,
Che ’l mio stil conduciate e le mie rime:
Di topi e rane i casi acerbi e l’ire,
Segno insolito a i carmi, io prendo a dire.
II
La cetra ho in man, le carte in grembo: or date
Voi principio e voi fine a l’opra mia:
Per virtù vostra a la più tarda etate
Suoni, o Dive, il mio carme; e quanto fia
Che in questi fogli a voi sacrati io scriva,
In chiara fama eternamente viva.
III
I terrigeni eroi, vasti Giganti,
Di que’ topi imitò la schiatta audace:
Di dolor, di furor caldi, spumanti
Vennero in campo: e se non è fallace
La memoria e ’l romor ch’oggi ne resta,
La cagion de la collera fu questa.
Omero, Batracomiomachia, tr.it G. Leopardi
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